sabato 16 gennaio 2010

Smitizzare l'evoluzione per diventare evoluzionisti

Fino a quando continuerai, caro lettore, a immaginare, sentire e percepire l'evoluzione organica sulla Terra come un'epopea di personaggi in cammino verso il presente, la saga di un popolo verso l'attuale, l'epica di creature umanizzate ed antropomorfizzate in atti ed intenti, le gesta di personaggi con cui immedesimarsi, non sarai mai un evoluzionista.

Gli animali del passato non sono eroi da celebrare, non portano valori e non esprimono obiettivi, non incarnano i caratteri dei loro discendenti attuali (noi compresi), non sono attori di un dramma. Essi, come quasi tutti i loro discendenti attuali, sono solo gigantesche macchine biochimiche, flussi di materia ed energia interni ad un sistema quadrimensionale assolutamente privo di coscienza e intenzioni, vincolato alle leggi fisiche e chimiche che fondano la base di un sistema emergente chiamato biosfera.
Ciascun nostro antenato non-umano, privo di qualsiasi connotato di autocoscienza simbolica (ovvero, privo di una complessa rete neurale capace di processare rappresentazioni simboliche generate dal suo stesso sistema neurale) non è che un punto incosciente ed inconsapevole, infinitesimo vettore di una caotica rete di macrosistemi biochimici, modellato dal suo ambiente contingente e dalle strutture che l'hanno preceduto, ma per nulla interpretabile alla luce di quei valori, significati e contenuti che noi, oggi, abbiamo elaborato all'interno delle nostre bizzarre reti neurali. Così come non ha senso interpretare la dinamica della Galassia nei precedenti 10 miliardi di anni in base alla dinamica lunare dell'ultimo milione di anni, così non ha senso interpretare i flussi ecologici e filogenetici della biosfera terrestre con le categorie esclusive dell'agire dell'unica specie autocosciente e simbolica della Terra. Sebbene noi (intesi come persone psicologiche, non come individui di Homo sapiens) siamo prodotti (insieme a miliardi di altri) dell'evoluzione biologica terrestre, non possiamo continuare ad illuderci che l'evoluzione biologica rispecchi e prefiguri (quindi presenti) le caratteristiche (e le attese, speranze ed illusioni) delle persone nella loro (breve) permanenza.
Liberarsi dal mito dell'epica evolutiva, della drammatizzazione e caratterizzazione di attori che spesso trasuda dalle narrazioni evoluzioniste, è il passo necessario per sentire pienamente il senso (terribile) dell'evoluzionismo.

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