martedì 29 dicembre 2009

La Genesi ed il Big Bang NON sono la stessa cosa

La Scienza commette suicidio quando assume dei dogmi. Al tempo stesso, si uccide la Scienza quando la si assume in modo religioso. Lo scientismo, l'impostazione dogmatica della Scienza, è una religione, e come tale è pericolosa, in quanto limita lo spirito critico, l'indipendenza di pensiero, la flessibilità, l'apertura mentale. Essendo una religione, lo scientismo è in competizione con le altre religioni (quelle "ufficiali", "tradizionali"). Le religioni ufficiali, dal canto loro, abusano della loro giustificata lotta allo scientismo per attaccare la Scienza. Ciò è abbastanza ovvio, da un punto di vista storico, dato che, in 300 anni di pensiero scientifico, le religioni ufficiali sono state progressivamente cacciate da ambiti che, prima, erano di loro competenza: l'origine della Vita, della Terra, dell'Uomo, la natura del pensiero...

Uno dei modi più subdoli di attaccare la Scienza abusando dell'attacco allo scientismo è quello di affermare che, in definitiva, le spiegazioni scientifiche e religiose sono equivalenti, perlomeno sul piano logico, e pertanto, hanno uguali diritti e status. Questo dibattito è molto vivo negli Stati Uniti, ma non è detto che un giorno non dilaghi pure qui.
Chi afferma che Scienza e religione sono sullo stesso ambito è in errore (spero in modo inconsapevole). Eppure, normalmente, le spiegazioni scientifiche e religiose vengono presentate come alternative ugualmente valide, interpretazioni alternative derivanti dallo stesso processo mentale. Non è così. Per comprenderlo, è bene andare oltre la superficie delle spiegazioni, per risalire alla loro origine. Sebbene la maggioranza possa pensare che la differenza principale tra Scienza e religione sia nei contenuti delle loro spiegazioni, in realtà, la differenza sostanziale profonda è solo nel Metodo.
Ad esempio, sia Scienza che religione ufficiale della Civiltà Occidentale propongono una spiegazione molto simile dell'Origine di Tutto.
Religione: Qualche migliaio di anni fa, tutto fu creato dal nulla. Prima di ciò, non ha senso porsi la domanda su cosa ci fosse.
Scienza: Qualche miliardo di anni fa, la curvatura dello spazio-tempo era infinita e tutto era concentrato in un punto di dimensioni nulle. Prima di quel momento, non ha senso porsi la domanda su cosa ci fosse.
Le due spiegazioni sono molto simili, e differiscono solo per la scala dei tempi usati e per i termini con cui si definisce l'oggetto. In entrambi i casi, si afferma un punto iniziale nel passato, oltre il quale non ha senso andare indietro.
Significa che queste due interpretazioni sono equivalenti, alternative ed intercambiabili? Possono essere equiparate? La risposta è NO. Probabilmente, esse sono simili solo per caso (o perché la mente umana è alquanto limitata nella gamma di interpretazioni del passato che può elaborare).
Eppure, molti potrebbero obiettare che, in definitiva, è solo una libera scelta a guidarci verso una o l'altra, non l'esperienza, dato che, a quanto sappiamo, nessuno di noi può essere stato testimone di eventi avvenuti qualche migliaio o qualche miliardo di anni fa.
Cosa differisce tra loro queste due spiegazioni?
Partiamo dalla religione. Essa è tratta da un testo, il quale è assunto come fonte di Verità.
Perché quel testo è fonte di Verità? Possiamo girare intorno alla risposta quanto vogliamo, ma la spiegazione è solo questa: perché qualcuno ci ha detto che esso è la fonte della Verità. Questa spiegazione non vale solo per noi, ma anche per coloro che ci hanno detto che quel libro è fonte della Verità. Anche a loro è stato insegnato così.
ATTENZIONE! Io non sto dicendo che ciò sia vero o falso. Ripeto, sto solo mostrando le differenze di Metodo. Ognuno è libero di credere che un certo libro sia la Verità, o credere il contrario. Non mi interessa discustere questo.
Tornando al mio discorso, la Religione quindi si riconduce alla seguente spiegazione: Qualcuno ha insegnato la Verità. Ovviamente, per chi crede, questa sequenza di "qualcuno che insegna a qualche altro la Verità" deve retrocedere all'indietro fino al momento in cui Qualcuno, per Primo, insegnò tale verità. Ovviamente, è probabile che questo Primo Qualcuno fu testimone diretto degli eventi che insegnò in seguito. Da questo punto di vista, quindi, il nostro ruolo attuale è solamente di fruitori. Io non posso essere testimone di eventi passati, ma posso solamente accettarli o rifiutarli per come mi sono stati presentati. Idem chi me li insegna. Egli li conosce esattamente come me che (eventualmente) non li accetto per veri. Egli li ha ricevuti da altri, i quali, a loro volta, li hanno ricevuti da altri. Il problema, quindi, sarebbe capire perché si accetti o meno una particolare verità, dato che sia i credenti che i non credenti non possono, per definizione, averla osservata direttamente.
Fin qui, parrebbe tutto ovvio, e semplice. Complichiamo il discorso. Ammettiamo che oggi, contemporaneamente, esistano differenti Versioni, tutte ugualmente sicure di essere diretta trasmissione della Prima Originaria. Come facciamo a capire quale è quella Vera (ammettendo che almeno una lo sia)? Ovviamente, ognuno dei sostenitori di una particolare versione affermerà che la sua è La Vera. Ma ciò, ovviamente, è soggettivo. Ognuno è convinto di essere nella ragione e che gli altri siano nel torto. Le guerre di religione nascono appunto così: differenti Verità, ugualmente valide, ma in contrasto, lottano per affarmare la loro Sacrosanta Supremazia. Possibile che non si possa giungere ad un accordo senza usare la violenza? Possibile che chi non condivide la mia Verità sia nell'errore? Perché ognuno è così convinto di essere nella Verità? Se davvero Una è la Verità, allora, essa dovrebbe essere evidente. Se per un attimo assumessimo, solo per ipotesi, che un'altra versione è quella Vera, e che la mia sia falsa, come potremmo stabilire quale delle due è effettivamente quella Vera? Perché, inoltre, la Verità che ognuno assume come tale spesso è vincolata alla condizione sociale, geografica o razziale in cui si nasce? Possibile che la Verità, essendo l'Unica, sia così vincolata a dettagli così contingenti dell'individuo che la afferma?
Passiamo alla Scienza.
A differenza della religione, la Scienza non si basa su un testo (nonostante si apprenda spesso da dei testi). Essa si basa su tre fattori: 1) la razionalità umana, 2) lo spirito di osservazione (che, a quanto sembra, sono caratteristiche universali di tutti gli Homo sapiens cerebralmente sani) e 3) le evidenze. Cosa sono le evidenze? Un'evidenza è un oggetto le cui caratteristiche non variano in funzione dell'osservatore che lo osserva. Ovvero, un'evidenza è una realtà oggettiva. Un'evidenza è, per definizione, uguale in un individuo nato in India, Europa, Cina o Marocco, che sia nato oggi, 200 anni fa o tra 1000 anni, che sia donna o uomo, ateo o credente, cattolico o protestante, di sinistra o destra. Le evidenze non variano in funzione di chi le osserva, e non variano in funzione di chi le descrive, divulga o contrasta. Esse sono, per definizione, invarianti rispetto all'individuo che le osserva.
Tornando alle spiegazioni, cosa rende una spiegazione scientifica diversa da una religiosa? Torniamo al caso specifico.
La Teoria del Big Bang non è una storia narrata in quel modo perché qualcuno ci ha detto che essa è così. Essa è l'interpretazione razionale più plausibile per spiegare una mole enorme di evidenze oggettive, le quali sono verificabili da chiunque abbia la volontà per verificarle: lo spostamento verso il rosso delle righe spettrali delle galassie osservate in astronomia, il valore della radiazione cosmica di fondo misurata in modo praticamente uniforme in qualsiasi direzione dello spazio, il modello cosmologico derivante dalla teoria della relatività di Einstein, a sua volta, una teoria che spiega in modo molto accurato un'enorme quantità di fenomeni fisici misurati, tra cui, la costanza della velocità della luce nel vuoto, a sua volta derivante dalla misurazione delle variazioni di luminosità di determinati corpi celesti, a sua volta derivante da altre osservazioni, misurazioni e elaborazioni razionali.
La Scienza è un sistema di ragionamenti, tutti basati su osservazioni di evidenze oggettive. Queste evidenze non variano in funzione delle caratteristiche individuali di chi le osserva, non variano perché qualcuno ha detto che sono così, non sono influenzate dalla condizione culturale, sociale e razziale di chi le afferma.
Pertanto, esiste una differenza abissale tra spiegazioni religiose e spiegazioni scientifiche. In particolare, ed è questo l'aspetto più potente delle spiegazioni scientifiche, esse sono universali, invarianti all'interno di Homo sapiens. Qualsiasi essere umano le può effettuare, comprendere e ripetere. Si può discutere sulle interpretazioni particolari, sulle modalità di ripetizione dell'osservazione e sulla modalità stessa di osservazione, ma tutto ciò in base a criteri universali appannaggio di tutti gli esseri umani. Non esiste una teoria della Scienza che smetta di essere valida se si è maschi o femmine, atei o credenti, buddhisti o mormoni. Forse altre specie intelligenti produrranno rispetto a noi differenti interpretazioni delle evidenze, ma è probabile che le evidenze siano invarianti anche rispetto a loro. Cambierà il modo di captarle, misurarle, sperimentarle, non gli oggetti. Per questo, dubito fortemente che in altri pianeti esista un Libro della Genesi, mentre non mi stupirei se anche là esistesse una Teoria del Big Bang.

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