mercoledì 30 dicembre 2009

Mistero dell'animo

Basta leggere il nome di un luogo, anche solo per caso, e si schiude una sensazione che pareva rimossa.
Assurda fisiologia.
se dovessi riassumere il 2009 con un film del 2009
BASTARDO SENZA GLORIA

martedì 29 dicembre 2009

Propositi per il 2010

Nel 2009 sono stato piuttosto cattivo.
Sì, lo ammetto. Meglio cambiare registro.
Per questo, prometto che nel 2010 seguirò molto di più il mio lato oscuro.

La Genesi ed il Big Bang NON sono la stessa cosa

La Scienza commette suicidio quando assume dei dogmi. Al tempo stesso, si uccide la Scienza quando la si assume in modo religioso. Lo scientismo, l'impostazione dogmatica della Scienza, è una religione, e come tale è pericolosa, in quanto limita lo spirito critico, l'indipendenza di pensiero, la flessibilità, l'apertura mentale. Essendo una religione, lo scientismo è in competizione con le altre religioni (quelle "ufficiali", "tradizionali"). Le religioni ufficiali, dal canto loro, abusano della loro giustificata lotta allo scientismo per attaccare la Scienza. Ciò è abbastanza ovvio, da un punto di vista storico, dato che, in 300 anni di pensiero scientifico, le religioni ufficiali sono state progressivamente cacciate da ambiti che, prima, erano di loro competenza: l'origine della Vita, della Terra, dell'Uomo, la natura del pensiero...

domenica 27 dicembre 2009

Le 3 cose che rendono la vita degna di essere vissuta (ultrazionalmente)

1) uccidere un drago (e regalare le sue squame lucenti ad una principessa).

2) una serata con gli amici al pub (ma deve avere birra rossa).

3) ricostruire un drago (e pubblicarlo su una rivista scientifica soggetta a peer-review).

sabato 26 dicembre 2009

Cosa ho imparato quest'anno

Ho imparato tre cose.
Una delle tre cose è il motivo per cui non dico le altre due.

Il sito de Imalatidimente


Quella bestia dalle qualità pari a ZERO del Clastu ha aperto le porte del suo sito fresco fresco di nascita.
Cliccate sul titolo del post per visitarlo.

giovedì 24 dicembre 2009

X-mas Story

  X-mas means never having to discard a gift and say: "I'm sorry"

martedì 22 dicembre 2009

Verso una Nuova Mitologia fondata sulla Conoscenza

Il mito è una rappresentazione del nostro posto nell'Universo. Il linguaggio del mito varia a seconda del livello più alto e raffinato di linguaggio raggiunto dalla Civiltà che lo crea, ma, in generale, esso rimane sempre una narrazione di un viaggio alla ricerca delle origini e dei confini di noi stessi. Può il linguaggio della Scienza, la forma più alta e complessa di rappresentazione del mondo che la nostra specie ha prodotto, sostituirsi ai miti ed alle religioni che l'hanno preceduta? Non come nuovo mito o nuova religione, ma come superamento dei limiti del mito e della religione, travalicando il vincolo di soggettività permeante le mitologie, per acquisire una forma più alta e oggettiva di rappresentazione, ma che al tempo stesso assolva alla funzione primigenia del mito, ovvero, l'affermazione del nostro posto nel mondo, la giustificazione della nostra esistenza, il perché del nostro essere?
Forse sì, ma a patto che l'umanità superi lo stadio mitico prettamente emotivo, terrorizzato dal vuoto e della morte, ed accetti l'implacabile gelo che si svela dietro la realtà oggettiva.  Non più mito che ci giustifica e gratifica, ma mito che ci colloca e spiega. Non più il mito che compensa l'ignoranza, ma il mito che si fonda sulla conoscenza.
Questo video è una rappresentazione di come, probabilmente, dovremo strutturare i nostri miti futuri, quando le religioni e le superstizioni saranno diventate insoddisfacenti per un'umanità teoreticamente più matura.

Kemkemia vi augura buone feste!


lunedì 21 dicembre 2009

Questo è il testo

Questo è il titolo

Due punti simili ma poco fortunati

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domenica 20 dicembre 2009

Bilancio di 6 mesi (flusso di coscienza)

In questi sei mesi, è accaduto tanto di nuovo e non è accaduto nulla di nuovo. Variazione sul tema, potrei dire. Eterno ritorno dell'Uguale, parrebbe suggerire il volto baffuto che sfila dallo scaffale. Non so. Un'asimmetrica simmetria, vorrei dire. Putroppo, sei mesi sono sufficienti ad una simmetria per apparire fugace e poi frantumarsi. Visceralità, ripete la parte più solitaria di me. Quella arroccata sulle cime più gelide, e si compiace della prevedibile incapacità della parte profonda di sradicarsi dal suo substrato viscoso. Molle viscosità. Le vette sono fredde, pungono e stridono, la solitudine assordante. Eterno ritorno dell'uguale, variazione sul tema. Purtroppo, è così. "Purtroppo": termine che denota rammarico, delusione, aspettative disilluse. L'errore e fonte di dolore è proprio l'aspettativa. Ogni volta ricado in conclusioni buddhiste, in ricette di distacco che, in un'ottica matura, puzzano di ennesima illusione. Non è possibile scindere la natura duale, viscero-razionale, che fonda la nostra meravigliosa schizofrenia. Separare le parti equivale a morire. Amputare le membra equivale ad agonizzare in un angolo. Non si esce dal paradosso. Ed è qui che l'essere ultrazionale si riscatta (liberandosi ma anche pagando un riscatto)! Non con la fuga narcotica del rancore, non con la fuga ipocrita dell'ascesi. Ridere e deridersi, lanciarsi alla cieca su per le ripide vette, finché il gelo più feroce non ci impedirà di andare Oltre. Quel punto, non la Vetta, ma il mio Limite, sarà il rifugio, provvisorio, in attesa di una nuova caduta.
Siamo pendoli, oscillanti. 
L'urto violento è solo il preludio di una futura ricaduta.

                          L'allusione immediata è un'illusione mediata. Idem per l'ultima riga, la più (C)autoreferente.

sabato 19 dicembre 2009

La neve

La neve prende il prozac: si lascia cadere, non ha colore, è fredda, si scioglie se la tocchi, riflette troppo...

venerdì 18 dicembre 2009

Sintesi e genesi del post precedente

Il fatto stesso che si discuta o meno della plausibilità del cambiamento climatico come motivazione delle politiche ecologiche e di sostenibilità energetica e ambientale dimostra che, alla fine, rimaniamo degli esseri meschini. Si migliora per il miglioramento in sé, non per paura di un (presunto) peggioramento in atto.

CHI SE NE FREGA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

Una delle citazioni permanenti sulla barra laterale di questo blog è la seguente:

“Se davvero le persone sono buone soltanto perché temono una punizione o sperano in un premio, allora c'è davvero poca speranza per l'umanità”.
A. Einstein

Essa è uno dei miei imperativi, una delle frasi che guidano il mio agire. Non miro al bene per un premio, non evito il male per paura di essere scoperto e punito. Faccio il bene perché deve essere fatto, non per la probabile utilità che ne ricaverò (ovviamente, spesso, il bene porta anche utilità, ma ciò è un effetto, non il fine dell'azione). Non sono amico per avere qualcosa indietro, ma perché stimo quella persona e sento che merita una parte del mio tempo e delle mie attenzioni.
In questi giorni si svolge la Conferenza Internazionale di Copenhagen sui cambiamenti climatici e sulle strategie da intraprendere per arginare, contenere, minimizzare le presunte implicazioni "negative" di tale cambiamento climatico sull'economia e sulla politica mondiale.
Come tutti le tematiche controverse, quella del cambiamento climatico ha la sua schiera di sostenitori e detrattori. Esistono numerosi scettici all'ipotesi del cambiamento climatico, e numerosi scettici all'ipotesi che tale cambiamento climatico sia anche solo "arginabile" (ammesso che abbia senso questo concetto applicato alle macrodinamiche geo-climatiche mondiali).
In ogni caso, è un dato di fatto che il concetto di "crisi climatica" abbia intensificato la sensibilità verso concetti quali l'eco-sostenibilità, le energie rinnovabili, l'autosufficienza delle economie emergenti, l'economia "verde". La diffusione di tutti questi concetti è quindi un effetto della paura del cambiamento climatico.
Tutto ciò è molto meschino.
Valori positivi, volti al miglioramento in sé della nostra vita, sono riconosciuti tali solo perché alle loro spalle si erge la minaccia della "punizione climatica": "se non diventerai più eco-buono, sarai punito!".
Abbiamo il dovere di migliorare le nostre vite, di costruire società ecologicamente, economicamente ed energeticamente più "umane" e giuste. Non per paura di annegare, soffocare, bollire o seccare, ma perché è un dovere di ogni essere umano che sente di essere ben più della semplice somma delle sue esigenze contingenti.
Le buone azioni climatiche vanno fatte perché è giusto farle, non per paura. Per questo dico agli scettici ed ai sostenitori del cambiamento climatico: CHI SE NE FREGA DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO!

giovedì 17 dicembre 2009

Condanna di un paleontologo

Perché così tanto amore per l'altroieri?
Perché non conosco un amore che arrivi al dopodomani.

Paleontologia e Paleo-teologia



Tavola di Michael Skrepnick che illustra un classico sacramento paleoteologico: una caccia sociale 
La scienza si basa sulle evidenze. Senza prove (dirette o indirette) un'affermazione non ha valore scientifico. Ovviamente, un'affermazione può essere priva di prove oggi, ma avere tutte le potenzialità per averne in futuro. La fede è invece indipendente dalle evidenze. Anzi, spesso essa è dichiaratamente affermata proprio in assenza di evidenza. "Credo nonostante sia assurdo. Credo proprio perché non ho prove". Questo modo di pensare arriva all'estremo con l'affermazione di credere proprio perché l'assenza di prove costituisce La Prova. Alla radice della distinzione tra scienza e fede è un'atteggiamento nei confronti dell'assenza di evidenze. Per il ricercatore scientifico, l'assenza di evidenze non è mai una prova di evidenza di assenza. Chi può negare, in futuro, che nuove evidenze potranno confermare un'ipotesi per ora priva di prove? Ovviamente, fino al giorno in cui tali presunte prove saranno trovate, l'ipotesi resta una speculazione gratuita, una congettura. Possibile, ma non utilizzabile nel dibattito scientifico. Al contrario, l'atteggiamento del fedele è più attivo nei confronti dell'assenza di prove. In particolare, egli dispone di una scappatoia molto potente, che permette di rafforzare la fede con l'ignoranza. Ovvero, dove l'assenza di prove impedisce allo scienziato di affermare alcunché, il fedele vede un'evidenza extra-scientifica, accettabile (solo) con la fede. Il passaggio è sottile, quasi subdolo: esso sfrutta l'onestà intellettuale dello scienziato di fronte alla vastità della Natura, onestà che ammette l'attuale limite della Conoscenza, per scavalcarlo ed imporre la sua bandiera in un territorio di ignoranza. Per molti ciò appare quasi ovvio. "La Scienza non può spiegarlo" è diventato un incipit di "La Fede può spiegarlo". Eppure, tale nesso non è necessario, né ovvio. La fede è un mix di arroganza ed ingenuità. Arroganza di poter travalicare i limiti di ciò che la mente umana può raggiungere con i soli mezzi della ragione e dell'osservazione, ingenuità che tale atto sia lecito, corretto e, sopratutto meritevole di essere considerato allo stesso piano della conoscenza.
Sebbene questa distinzione tra fede e scienza spesso si discuta in ambiti quali la cosmologia (ad esempio, nel capire se e cosa ci sia aldilà dei più remoti confini spazio-temporali dell'Universo conosciuto, i quali coincidono relativisticamente con le origini del Cosmo), essa è applicabile anche in paleontologia.
La paleontologia è lo studio della vita del passato sulla base delle evidenze, prettamente fossili, ma anche geologiche e biologiche attuali. Un paleontologo scientifico ha il dovere di rimarcare sempre quali siano i limiti conoscitivi della sua disciplina. Aldilà di tali confini non siamo più nella paleontologia, perché non disponiamo di evidenza per sostenere o smentire alcuna affermazione o ipotesi. Esso è un dominio lecito per la speculazione, la fantasia, l'immaginazione, ma NON per la paleontologia. Eppure, molti saltano tranquillamente aldilà e aldiqua ti tale confine con noncuranza, forse con ingenua sconsideratezza, dimenticando che di là NON è paleontologia. E cos'è? Propongo di chiamare la zona aldilà della paleontologia che si occupa di argomentare il Tempo Profondo in assenza di evidenze come Paleoteologia.
Classiche ed abusate affermazioni paleoteologiche sono, ad esempio, il colore della pelle degli animali estinti sulla base di argomentazioni attualistiche; la socialità complessa sulla base di argomenti di "plausibilità", mescolati ad una grossolana teoria dell'evoluzione sociale. Interessante aspetto della paleoteologia è una fede sincera che la sola logica, l'analogia e l'argomentazione basata su categorie retoriche come "nicchia ecologica" siano sufficienti a sostenere la validità di un'ipotesi. Il paleoteologo non ha alcun problema ad argomentare ipotesi evolutive, comportamentali ed anatomiche sulla base della totale assenza di prove, dato che, nella sua mente, quelle prove esistono, come emanazioni necessarie di un Paleo-Logos (nessuna allusione a siti web, ma solo al Logos della teologia) che deve costruire la realtà estinta per conformarla alla realtà attuale. Ovvero: gli animali hanno un colore, quindi anche gli animali estinti avevano un colore. Le leggi che dettano il colore attuale sono anche le leggi che dettano il colore estinto. Quindi il colore degli animali estinti è deducibile. Gli animali hanno un comportamento, quindi anche gli animali estinti avevano un comportamento. Le leggi che dettano il comportamento attuale sono anche le leggi che dettano il comportamento estinto. Quindi il comportamento degli animali estinti è deducibile. Badate bene che queste affermazioni sono assolutamente lecite (si tratta di un approccio attualistico, tipico delle scienze storiche come la geologia), ma solo se utilizzate per NEGARE eventuali scenari, non per AFFERMARNE altri. L'attualismo ci porta a negare che i dinosauri fossero fatti di metallo, comunicassero telepaticamente, o sputassero fiamme, NON ci porta però ad affermare che avessero la pelle rossa maculata (o qualsiasi altro manto particolare), cacciassero in branchi organizzati, cantassero durante la stagione degli amori, ecc... Queste ultime affermazioni ed argomentazioni sono speculazioni paleoteologiche. Esattamente come la teologia ha tutto il diritto di argomentare le sue tematiche, ma nondimeno deve essere sempre separata e distinta dalla scienza, così la paleoteologia ha tutto il diritto di argomentare le sue tematiche, ma nondimeno deve sempre essere separata e distinta dalla paleontologia.

Personalmente, non mi interessa la paleoteologia. La paleontologia è sufficientemente ricca e appassionante per colmare tutte le mie esigenze di conoscenza del Tempo Profondo. Inoltre, trovo che la confusione presente in molti, incapaci di separare paleontologia da paleoteologia, sia dannosa alla paleontologia. Ovviamente, io ho un naturale scetticismo e inclinazione empirista e non sono mai stato una persona molto religiosa (nel senso neutro del termine), quindi probabilmente non ho un'inclinazione (paleo)teologica. Tuttavia, a giudicare dall'accanimento con cui molti discutono prima di tutto di paleoteologia e poco di paleontologia, temo di appartenere ad una minoranza.

martedì 15 dicembre 2009

Terapia o pazzia? Aggiornamento di dicembre

Definire il mio "stato" è difficile. 
 Cosa faccio...

                          
                                                       Scrivo ancora lettere.


domenica 13 dicembre 2009

Trieste

Ieri, per la prima volta, ho visitato Trieste. La visita è stata di sfuggita, dato che era finalizzata a partecipare alla presentazione del nuovo dinosauro italiano Tethyshadros insularis Dalla Vecchia (2009), di cui parlerò estesamente a tempo debito su Theropoda.
Qui voglio solo soffermarmi sulla città di Trieste, sulla sua bellezza incastonata tra il mare ed i Balcani, sul vento di una fredda giornata di sole di fine autunno, con la luce radente prossima al solstizio che rende il mare una tavola argentata che ammanta le sagome remote dall'altra parte del golfo.
Spero di tornare in futuro a visitarla.

mercoledì 9 dicembre 2009

Difetto degli Eroi

Chi sa di essere nel giusto, si illude di agire per una buona causa.
L'illusione della buona causa è che abbia un buon effetto.
Un buon effetto non implica un lieto fine.

Morale: essere nel giusto non implica un lieto fine.

Oblio

Cosa fa sì che determinati ricordi siano dimenticati spontaneamente, mentre altri devono essere rimossi solamente con una dolorosa operazione di chirurgia volitiva? Scoprire l'origine di questi meccanismi potrebbe essere con ugual probabilità la strada per il paradiso o l'inferno.
Dove mi situo nei ricordi degli altri? Perché per alcuni sono poco più che un effimero mese passato, mentre per altri sono radicato nelle fondamenta dell'essere? Scoprire l'origine di questi meccanismi potrebbe essere con ugual probabilità la strada per la libertà o la schiavitù.

sabato 5 dicembre 2009

Domenica di Theropodesca Ultrazionalità (o di Ultrazionale Theropodità)


Domani pomeriggio esporrò una presentazione che unisce il tema a me più caro (Theropoda) con il modo a me più congeniale (Ultrazionale). Spero che i presenti si divertiranno e gradiranno l'evento. Appena sarò tornato, posterò l'accaduto.

Per i dettagli logistici del dove e quando, vi rimando qui.

venerdì 4 dicembre 2009

Come un passato recente, oggi la neve

Solo nell'aria.
Appena il suolo la sfiora, si dissolve.

martedì 1 dicembre 2009

La fauna di Jurassic Park è troppo bella per essere credibile


Uno dei fondamenti della letteratura fantastica è l'Asserzione di Plausibilità (AP), ovvero, il patto narrativo (quasi sempre implicito per il narratore ed inconscio per il lettore) in base al quale il lettore accetta provvisoriamente una riduzione del grado di "realtà" ed accoglie in modo acritico la narrazione della storia. Ovviamente, l'AP è variabile da persona a persona e da romanzo a romanzo. Nessuno si pone problemi di AP nelle storie Fantasy, mentre ha un livello più critico di AP nelle storie fantascientifiche, dove è sì ammesso un certo grado di libertà creativa, ma all'interno di determinati vincoli imposti dalle leggi naturali e logiche. Ad esempio, in alcuni romanzi fantascientifici viene liberamente violata la fisica, ammettendo velocità superiori a quelle della luce. Io sono per l'AP più ristretta possibile, ad esempio, preferisco storie che non violano leggi naturali fondamentali, non usano stratagemmi fantastici o soprannaturali, e, sopratutto si mantengono entro un range di plausibilità.
Data questa premessa ed il titolo del post, penserete che voglia discutere della plausibilità o meno di clonare dinosauri partendo da zanzare mesozoiche racchiuse nell'ambra. No. Sarebbe futile e già discusso altrove. Infatti, io accetto l'AP base del romanzo di Crichton ed accetto senza discutere che sia possibile clonare dinosauri in quel modo: lo faccio proprio perché esso è l'unico modo per godere della storia del romanzo. So benissimo che nella realtà ciò è praticamente impossibile (esiste un interessante libro che discute tutta la base scientifica di Jurassic Park, e non voglio ripetere ciò che là è scritto molto bene), ma dò credito al narratore del romanzo, ammetto l'AP della storia, e mi leggo le vicende dando per scontato che, nel mondo virtuale di Jurassic Park, sia possibile clonare dinosauri. Benissimo, accetto questo fatto perché esso è chiaramente al di là della realtà fisica e biologica, ma, una volta ammesso ciò, il romanzo è plausibile? In un punto, bisogna essere onesti, esso è ancora molto molto molto ottimista.
La fauna che viene ricreata in Jurassic Park è al limite dei più ottimistici sogni di un amante dei dinosauri. La fauna di Jurassic Park (parlo del romanzo, per ora tralascio il film, ma la sostanza del discorso è la stessa) ha tutti i dinosauri più famosi ed amati. Tyrannosaurus, Apatosaurus, Triceratops, Stegosaurus, Maisaura, Styracosaurus, Euoplocephalus... Per la precisione, abbiamo 14 generi (più uno pterosauro, che per ora ometto dal discorso), tutti basati su generi noti e "famosi".
"E allora?" direte voi.
Questa associazione faunistica è assolutamente improbabile, un colpo di fortuna pari a quello di aver inventato la tecnica per clonare dinosauri.
Mi spiego.
Seguendo la logica del romanzo, questi dinosauri sono stati ricreati da DNA presente in ambra fossile. Pertanto, questo DNA è scoperto casualmente, e non può essere identificato come genere di dinosauro fino a quando il processo di clonazione è concluso. Perciò, la probabilità di un genere di essere clonato è inifluente dalla sua notorietà o meno. Tutti i generi di dinosauro esistiti nel Mesozoico avrebbero la stessa probabilità di essere clonati. Dato che i generi stimati di dinosauri esistiti sono circa 2000-5000 (a seconda delle stime e dei metodi di estrapolazione della biodiversità fossile), risulta che ciascun genere ha circa 0.02-0.05% di probabilità di essere estratto a sorte da una lista completa dei generi. Dato che Jurassic Park ha 14 generi di dinosauro, ogni genere fossile ha quindi circa 0.28-0.70% di probabilità di essere clonato. Possibile che con una probabilità così bassa per ciascun genere si ottenga di scoprire proprio i generi più amati dal pubblico? La lista completa dei generi che ho citato sopra ha una probabilità del 0.00000000000008% di esistere in un ipotetico Jurassic Park. In particolare, dato che si stima che solo il 30% dei generi di dinosauro esistiti sono stati scoperti, risulta che ben il 70% dei generi rinvenibili a caso dai campioni di ambra dovrebbero appertenere a generi ancora sconosciuti alla paleontologia. Invece, per un'incredibile fortuna (praticamente impossibile), tutti i generi clonati nel Jurassic Park sono generi già noti alla paleontologia.
Ho voluto fare una prova, e ho voluto crearmi il mio Jurassic Park. Per farlo, ho voluto essere più realistico di Crichton, ed estrarre a caso i 14 generi del mio parco traendoli da una lista plausibile di generi di dinosauri. In quella lista, il 70% dei generi sono "ancora sconosciuti", mentre il restante 30% include tutti i generi già noti (non solo quelli più blasonati e accattivanti, ma anche taxa poco noti come Kemkemia o Echinodon). Il risultato, a parte un'incredibile casualità che sembra uno scherzo del destino, è questo:
Genere Sconosciuto
Genere Sconosciuto
Buitreraptor, un piccolo dromaeosauridae dal muso allungato.
Rinchenia, un oviraptoride crestato.
Genere Sconosciuto
Udanoceratops, un piccolo ceratopso primitivo.
Genere Sconosciuto
Genere Sconosciuto
Genere Sconociuto
Genere Sconosciuto
Chrichtonsaurus! Un ankylosauro dedicato all'autore di Jurassic Park...
Dracopelta, un piccolo ankylosauro primitivo.
Tugulusaurus, un coelurosauro primitivo.
Genere Sconosciuto
Genere Sconosciuto

Come vedete, in condizioni leggermente più realistiche di quelle del romanzo, il Jurassic Park sarebbe popolato da una maggioranza di generi ancora sconosciuti alla scienza (forse simili a generi già noti, oppure molto bizzarri ed inattesi) e da una manciata di poco noti (e forse poco accattivanti) generi noti. Per caso, tra i generi noti sono due ankylosauri e una manciata di coelurosauri.
La presenza del Crichtonsaurus, genere dedicato al defunto autore del romanzo che ha ispirato questo post, è a dir poco inquietante...