lunedì 25 giugno 2007

Estivazione (La Guerra Continua)

L'estate non è proprio la mia stagione preferita: il metabolismo mi cala, e l'afa tende ad abbioccarmi.
Non ho avuto tempo ed energie per scrivere nuovi post: in questi giorni continua la battaglia tra Visceralia e Razionalia, ma non credo sia interessante scendere nei dettagli. Dico solo che, dopo decenni di relativa pace (probabilmente più per assenza di nemici decenti che per reale voglia di quiete), ora siamo costantemente sotto attacco.
Per giunta, come nella migliore tradizione delle guerre mondiali, un piccolo fronte collaterale, non legato alla Guerra Principale, si è aperto negli ultimi giorni.
Questo è il Piano A: Per ora, continuiamo a combattere su entrambi i fronti, con intensità proporzionale alle forze opposte.
Come gli strateghi ultrazionali sanno, c'è sempre un Piano B.

sabato 16 giugno 2007

Settimana entusiasmante di guerra intestina. Atto Secondo

Questa notte le truppe di Razionalia e di Visceralia si sono trincerate lungo una linea di fuoco che va dal Pueblo alle Colline Scozzesi. Le forze in campo sono risultate equivalenti, e non è ancora possibile determinare chi sarà il vincitore.
Di una sola cosa siamo sicuri: comunque finirà, avremo dato il nostro meglio, e potremo andare fieri dei nostri atti.
Come disse Jul Brinner nel ruolo di Ramses ne "I Dieci Comandamenti":
"Meglio morire combattendo contro un dio che vivere nella vergogna della ritirata".
Forse morire è eccessivo... diciamo essere sconfitti restando vivi...
Oggi mi sento epicoglione

venerdì 15 giugno 2007

Settimana entusiasmante di guerra intestina

L'interno del mio cranio è paragonabile ad un parlamento piuttosto rissoso nel quale convivono forzatamente tre schieramenti: Il vecchio Movimento Viscerale, che ha il suo principale bacino elettorale nel bacino e nelle zone limitrofe, e tende a prendere più voti in primavera; l'Alleanza Emotiva, partito di maggioranza negli anni 2001-2004, ma attualmente piuttosto defilato; e la Confederazione Razionale, alla quale appartiene anche l'attuale governo Ultrazionale.
Questa settimana una serie di subdoli attacchi da parte di un'estemporanea coalizione viscerale ha cercato di far cadere il governo ultrazionale (per la cronaca, esso non è un governo democratico, ma si è imposto durante una fase di legge marziale alla fine del 2003, trasformandosi in felice ed illuminata dittatura), bombardando il parlamento con una serie di micidiali missili T34 (che riteniamo siano stati lanciati da una base nell'ex URSS).
Ma il governo non è caduto!
Fortificati dall'arrivo degli alleati mesozoici (in particolare grazie all'installazione di un gigantesco oviraptorosauro cinese proprio al confine con Visceralia), i buoni stanno tenendo duro, e attualmente sono riusciti ad arginare l'invasione nemica. Il nostro timore è che l'Alleanza Emotiva (attualmente dichiaratasi neutrale) scenda in campo al fianco dei viscerali. In quel caso temiamo una disfatta rapida, seguita da un lunghissimo periodo di guerriglia.
Stiamo pianificando una controffensiva, e contiamo di annientare le ultime resistenza nemiche nella notte tra il 20 ed il 21 giugno.
Se occorrerà, inseguiremo i nemici fino ai loro rifugi sull'appennino.
Come disse Fabio Volo, El Coragius:
"Possono prendersi la nostra vita, ma non la nostra Libertà! Quela* mai!"
*non so come va scritto in bresciano: gli amici bresciani mi scuseranno...

martedì 12 giugno 2007

Test Ultrazionale per amici cavie

Questo post parla di un esperimento... ma andiamo per gradi.
Il caotico, il reale esistente, è intrinsecamente indecifrabile, è il difforme che ci circonda e ci spaventa. Al contrario, il semplice ed immediato ci tranquillizza e gratifica. Per questo si inventano teorie, modelli, schematizzazioni: la semplicità è l’idealizzazione del reale. I centri nervosi che elaborano le categorie, il nostro più antico metodo di analisi del caos reale, sono strettamente associate alle emozioni gratificanti: il categorizzare ed il semplificare appagano e soddisfano; noi siamo attratti da qualsiasi forma di semplificazione, così come tendiamo alla simmetria ed all’armonia (che non sono altro che le più semplici modalità di struttura possibili).
Come ogni altra attrazione, l’idea della semplicità è fondamentalmente una subdola trappola mentale, nella quale è facile cadere ed è difficile uscire. Di fatto, le semplificazioni sono tra le più usate forme di manipolazione mentale e di propaganda: si crea un Nemico, un Male, si propone una Via, si indica Una Luce (e altre mitologie simili).
Scendendo rovinosamente di tono (come da un letto a cui sia stato tolto il pavimento sottostante), ho una domanda particolare collegata al generale di sopra: quanti si sono mai soffermati sulla natura dei test?
I test, che abbondano nelle riviste e circolano più o meno seriamente in rete, sono una serie di domande a risposte prestabilite alle quali il "testante" deve dare una risposta (o, meglio, deve scegliere tra una delle opzioni imposte). Dalla sommatoria delle risposte (o dal risultato del conteggio di determinati valori associati ad ogni quesito) si ricava un Valore, il quale dà una Risposta (che poi era l’obiettivo della maggioranza dei test).
Riassumendo, il test è una lista predeterminata di risposte, dalla cui scelta è possibile ricavare (tramite una semplice procedura lineare) un valore semplice (spesso numerico) corrispondente ad una risposta (spesso piuttosto generica, così da avere la più alta possibilità di corrispondere con una qualche aspettativa nel maggior numero di persone che la leggono), ovvero, il test è una subdola semplificazione, gratificante proprio perché capace di (illudere di) dire molto con poco.
Calmi, eventuali lettori che si sentono risentiti da questo attacco alle loro care (e consolanti) abitudini! Non partite subito con insulti o vane argomentazioni a difesa dei test! Ognuno è liberissimo di auto-intortarsi come vuole: dopotutto, anch’io, con questa saccente critica del metodo semplicistico dei test, mi sto auto-gratificando! Quindi, continuate pure a giocare con i test di "Pizza psicosomatica", "Gnocca Moderna", "Dement’s Health" e "Cuoio & Frusta"...
La critica principale ai test che voglio esporre qui è più mirata: perché il risultato dei test (la serie di valori associati alle risposte) deve necessariamente corrispondere ad un valore lineare (a un numero ed alla risposta associata)? Non si potrebbe sviluppare un test più articolato che non tratta ogni singolo individuo come un isolato paletto al quale appiccicare un numero, ma cerca invece di andare Oltre?
Fedele allo spirito che guida questo blog, ho deciso di inventare un test "ultrazionale" da sottoporre ad un insieme di ignare cavie, e di utilizzare le loro risposte per elaborare un diagramma delle reciproche affinità esistenti tra loro.
Il test si componeva di 23 domande, ognuna con 3 risposte prestabilite da scegliere (nota che mi fa felice: più di uno tra gli amici-cavie mi ha fatto notare che non sempre le risposte possibili includevano ciò che avrebbero voluto rispondere: anche questo è un segno che sono potenzialmente ultrazionali, che vanno Oltre ciò che viene imposto loro di pensare/fare). Le risposte sono state tradotte in una matrice, la quale è stata elaborata con uno specifico programma informatico per determinare le affinità tra i soggetti in questione (i dettagli tecnici, per chi fosse interessato, sono in fondo al post) che ha prodotto un albero delle relazioni di somiglianza sulla base delle risposte.
Per rispetto della loro privacy (...mi viene da ridere) ho messo solo le prime due iniziali dei nomi e dei cognomi (ognuno riconoscerà facilmente chi deve riconoscere).

Come si vede, a differenza dei test tradizionali che impongono tutti i soggetti lungo una serie lineare di numeri (corrispondenti ai punti conseguiti dalle risposte), questo test (per quanto anch’esso inutile come gli altri) è meno semplicistico (ognuno dei partecipanti determina un ramo dell’albero formato da tutti i soggetti, e non è solo un punto fisso su una linea prestabilita dai creatori del test). Inoltre, e questo è l’aspetto più Ultrazionale, il test non dà alcuna risposta, non fornisce verità più o meno posticce, né si atteggia a dispensatore di qualche morale o senso.
Il test era un gioco - esperimento - idiozia, niente altro. Proprio perché Ultrazionale è critico verso sé stesso, anche l’eventuale risultato di questo esperimento non sarebbe stato caricato di un assurdo significato (altrimenti, inconsapevolmente, avrei commesso lo stesso errore che critico nei test tradizionali).
Ringrazio tutti gli amici che più o meno consapevolmente sono stati usati per questo esperimento demenziale.
Chiunque volesse le domande del test, per diventare un nuovo ramo dell’albero (che ovviamente cambierà con l’ingresso di nuovi soggetti: questo è il bello del test, ogni nuovo ingresso altera le relazioni preesistenti), non deve fare altro che mandare una richiesta al demiurgo.
MATERIALI E METODI: Le 23 risposte multiple (3 opzioni l’una) fornite da ogni soggetto sono state trasformate in 69 risposte binarie (69 = 23 domande x 3 risposte) del genere assente/presente e convertite in una matrice che è stata analizzata con PAUP vers.10.4b. I caratteri sono stati imposti "irreversibili.up" in modo da evitare l’assurda creazione di nodi basati su reversioni. Il gruppo esterno è stato imposto "standard".
PAUP ha trovato due alberi di minima lunghezza, il cui consenso stretto è mostrato sopra.

Locandine di Film Inguardabili

Una delle mie peggiori deviazioni è la produzione di parodie di locandine cinematografiche.
Non credo che metterò in mostra vecchi lavori, ma solo produzioni nuove, sopratutto in concomitanza con l'uscita dei film originali. In questo caso introduttivo smentisco ciò che ho appena scritto, solo perchè il film in uscita è un seguito di uno al quale avevo già distorto la locandina.

sabato 9 giugno 2007

Il Medioevo continua

Oggi, nella Città Eterna, si è verificato un evento tipico del nostro periodo storico (il medioevo): l'Imperatore dell' Occidente, baluardo della Fede contro i Saraceni, è giunto in visita al Papa di Santa Romana Chiesa.
Come vedete, geopoliticamente non è cambiato quasi nulla in 1000 anni.

venerdì 8 giugno 2007

Convivialità

Piccola raccolta fotografica su uno dei massimi piaceri della vita: alcune ore a tavola, tra stimati amici e buon cibo.
Qualcuno si riconoscerà sicuramente e ricorderà gli eventi.

Sforzate l'immaginazione


Sbizzarritevi con le interpretazioni: sono ammesse tutte tranne una: che sia un volto scolpito!

giovedì 7 giugno 2007

"No future for you!"

Qualunque interpretazione politica o moralista di questo post è una forzatura del lettore.
Tenetevi forte, voi che amate la comodità della Vita Pianificata: il futuro non esiste!
Eppure, quasi tutti noi ci comportiamo come se esso esistesse, e ci rapportiamo costantemente con lui. Spesso dimentichiamo che esiste solo il presente, che il passato è solo una parte del presente (ovvero l’insieme delle informazioni che noi interpretiamo come tracce del passato) mentre il futuro esiste SOLO come proiezioni, estrapolazioni e speranze di pensieri presenti.
Quanto spesso si parla del futuro come di un qualcosa che È! Ad esempio, con frasi:
“Il 12 giugno avrò l’esame”.
“Il 2 luglio mi scade la rata”.
“Nel 2100 l’effetto serra avrà sciolto la Groenlandia”.
“Tra cinque miliardi di anni il sole morirà”.

In realtà, queste frasi (ed il futuro che presuppongono) sono metafore. Volendo dirle in maniera meno stringata, esse andrebbero interpretate come:
“Mi sono registrato per un appello datato al 12 giugno”.
“Ho una rata la cui scadenza è stata fissata al giorno 2 luglio 2007”.
“Un modello climatico (basato su x dati passati) ha una funzione che alla variabile tempo = anno 2100 produce un certo risultato”.
“In base a certi modelli astrofisici, le stelle di tipo G hanno una vita media di 10 miliardi di anni. Il sole è una stella di tipo G e stimiamo che abbia già 5 miliardi di anni”.

Ok, i miei detrattori diranno che questa è un’inutile e tendenziosa polemica puramente linguistica, e rimarcheranno il fatto che essi hanno sempre saputo che il futuro è una metafora.
Balle!
Il futuro è dogmaticamente ed acriticamente reale per la stragrande maggioranza dell’umanità, e sfido qualcuno dei miei lettori a dire che non l’ha mai dubitato. Anzi, si potrebbe dire che la credenza nell’esistenza reale del futuro è una caratteristica tipicamente umana, forse una delle sue prerogative, uno di quei caratteri psicologici che ne hanno permesso il successo. Come tutte le credenze, la fede nell’esistenza concreta del futuro agisce come forte motivatore e catalizzatore delle azioni. Credere nel futuro (così come nel fato-già-scritto, nel destino) è uno dei più tenaci programmi interpretativi umani, difficilmente estirpabile. Da qui nasce il successo che riscuotono oroscopi, amuleti, sensistivi, sondaggisti, esperti di tendenze, pianificatori e utopisti vari.
Sia chiaro: anch’io ritengo che il tempo scorra, ma con questo non credo che esista un qualcosa di “già esistente” com’è il futuro per la maggioranza dei miei conspecifici (non solo di una realtà che è già scritta, ma anche che può essere indotta o pianificata/prevista a tavolino prima ancora che accada).
Da cosa baso l’idea che molti(ssimi) ritengano il futuro “già presente” (qui il paradosso linguistico è palese)? Da frasi abusatissime con le quali si parla abitualmente, e che implicano la convinzione che il futuro sia un essere reale e determinabile nel dettaglio, perché predeterminato e stabilito (da chi?):
“Quella ragazza è in età da marito” (Ovvero, ad una certa età ci si deve sposare).
“Non ci sono più le mezze stagioni” (Ovvero, “da che mondo è mondo” dopo l’inverno / estate deve arrivare la primavera / autunno).
“Poveretto, è morto così giovane!” (Ovvero, è normale / giusto / previsto morire di vecchiaia).
“Se non ti diplomi con 100, te la scordi l’università!” (Ovvero, la vita è una serie di tappe prestabilite, e tuo dovere è di attraversarle tutte).

Da questa serie di frasi, appare evidente come il futuro sia fondamentalmente un subdolo surrogato del DOVERE, cioè di un programma volto all’indottrinamento ed alla normalizzazione delle diverse tendenze individuali. Il ragionamento è il seguente: se (facciamo credere che) esiste IL FUTURO, esso è (necessariamente creduto come) UNO ed UNO SOLO. Di conseguenza: esiste (e deve esistere) un solo modo di vivere, cioè quello che si conforma all’unico futuro (imposto).
Ovviamente, per noi ultrazionali, amanti della contingenza, dell’imprevedibilità e della critica dell’ovvietà, esistono tanti futuri quanti sono gli elettroni dell’universo...
Qui sotto, un tipo di “futuro” che non viene mai pensato, probabilmente perché è così distante dalle nostre esigenze immediate da risultare letteralmente inconcepibile.
“Se estrapolassimo le dinamiche passate dei nostri modelli tettonici per 30 milioni di anni, ecco cosa potremmo visualizzare:”.

mercoledì 6 giugno 2007

L'amante della Conoscenza

L’amante della Conoscenza è un raro animale addomesticato. Non ha mai visto in volto la sua Padrona, né ha idea di quale sia la sua voce: forse, nemmeno ha una voce. L’animale ingabbiato può solo sperare di percepirne l’avvicinarsi. La punta delle scarpe, l’impronta del tacco sul terreno, qualche impressione fuggevole delle Sue mani, la fragranza che emana mentre riempie la ciotola, niente più gli ha concesso l’esperienza. L’animale della Conoscenza è un segugio cocciuto, testardo ed eroico, e per la sua nebulosa Signora è pronto alle più frustranti prove di fedeltà, alle peggiori delusioni, all’attesa infinita davanti l’uscio, sotto una pioggia implacabile di scherno e indifferenza. Grandi, incomparabili, sono i premi che la Padrona sa donare alle Sue bestie più ostinate. Chiunque ha vissuto un viaggio della Conoscenza sa quanto sia dolce al gusto, frizzante sulla pelle ed inebriante per la mente la soluzione del proprio enigma particolare, la tappa, parziale, inconcludente eppure necessaria del proprio pellegrinaggio verso la Padrona. Chi ha trascorso anni di continuo rimaneggiamento, ascese e cadute, crisi ed incontri, aggiunte e revisioni, riconoscerà sotto il florido albero emerso dall’intricata matrice del proprio pensiero, nella Gloriosa Età che ha rievocato, la meravigliosa e terribile ombra di Colei che dà forza e ristoro.

Ipocrisia di Stato

Sto preparando un post "apposta".
Per ora mi limito a questo spot...