lunedì 7 maggio 2007

IL Nobile Blasone Dei Rettili Glorificati

Questo post è dedicato a tutti gli appassionati di ornitologia, a tutti quelli che amano e si appassionano nello studio, l’osservazione e la preservazione dei pennuti.
Nel Dizionario Ultrazionale, il massimo aggettivo superlativo è “Mesozoico”, il non plus ultra della stima, l’equivalente laico della nobile investitura divina.
Nobiltà, come investitura divina. Investitura divina, come mitizzazione di una storia di successo.
Cos’è più nobilitante del riconoscimento di un’illustre origine? L’eventuale blasone ritrovato avrà un valore nobilitante proporzionale alla sua capacità di rimarcare la stirpe, all’immediatezza con la quale riuscirà a richiamare l’aristocratica radice della propria famiglia.
Gli uccelli sono riconosciuti da tutti i biologi contemporanei come membri del clade Reptilia, il sotto-insieme di tutti i vertebrati muniti di zampe (tetrapodi, come i mammiferi e gli anfibi) che producono uova munite di annessi embrionali (amnioti, come i mammiferi) che comprende anche le tartarughe, i serpenti, le lucertole, ed i coccodrilli: in pratica, gli uccelli sono rettili altamente modificati. Già a fine ‘800, il naturalista inglese Thomas Huxley (il “mastino” di Darwin) aveva definito gli uccelli: “rettili glorificati dal piumaggio”.
Lo status di “rettili aristocratici” degli uccelli è rimarcato dal termine Archosauria (i “rettili superiori”), il nome del gruppo formato dagli uccelli e dai loro parenti viventi più stretti (ovvero, i coccodrilli. Ricordate: un coccodrillo è più simile ad una gallina che ad una lucertola! Aguzzate l’occhio e lo vedrete...).
Nel dettaglio (e semplificando molto), gli uccelli si distinguono da tutti gli altri rettili viventi per una serie di caratteristiche morfologiche, già presenti nel più antico degli uccelli conosciuti nel record fossile, il “missing link” per eccellenza, Archaeopteryx lithographica: 1) sono bipedi e 2) digitigradi (camminano “sulla punta dei piedi”, poggiando a terra solo le dita, ma non il resto del piede); 3) mancano del quinto dito del piede; 4) hanno il collo allungato e sigmoide; 5) l’osso pubico lungo quanto il femore; 6) il primo dito della mano parzialmente divergente dalle altre dita; 7) ossa cave e sacchi aerei; 8) il secondo dito della mano più lungo delle altre dita; 9) hanno la coda divisa in due zone (l’anteriore mobile e la posteriore rigida); 10) hanno un osso a forcella nel petto; 11) l’osso iliaco allungato; 12) il primo dito del piede che non articola con le ossa della caviglia; 13) hanno più di due vertebre nell’osso sacro; 14) mancano del quinto dito della mano; 15) mancano del quarto dito della mano; 16) non hanno dentatura nella parte della bocca sotto l’orbita; 17) hanno una ridotta muscolatura della coda, ed, inutile ricordarlo, hanno 18) piume e 19) penne.
Ebbene, queste caratteristiche, che a prima vista parrebbero evidenziare la singolarità degli uccelli rispetto agli altri vertebrati terrestri, sono anche e sopratutto il loro blasone, l’incancellabile retaggio ereditato dalla nobile (ovvero: mitizzata grazie al successo) stirpe da cui derivano, quella dei Dinosauromorfi. Nessuna delle 19 caratteristiche sopra citate è una peculiarità esclusiva dei soli uccelli, bensì, ognuna è un carattere comparso nell’evoluzione dei dinosauromorfi ben prima che il sottogruppo di dinosauromorfi chiamato “uccelli” si differenziasse. Ricapitolando, i caratteri dall’1 al 4 sono comuni a tutti i dinosauromorfi, il 5 è comune a tutti i dinosauromorfi dinosauri, il 6 a tutti i dinosauri saurischi, il 7 a tutti i saurischi teropodi, i caratteri dall’8 al 13 sono comuni a tutti i teropodi neoteropodi, il 14 a tutti i neoteropodi averostri, il 15 e 16 a tutti gli averostri tetanuri, il 17 ed il 18 ai tetanuri celurosauri, ed il 19 a tutti i celurosauri maniraptori. Sulla base delle relazioni di parentela derivabili dallo studio della distribuzione di queste (e molte altre) caratteristiche, gli uccelli sono classificati come maniraptori, quindi celurosauri, quindi tetanuri, quindi averostri, quindi neoteropodi, quindi teropodi, quindi saurischi, quindi dinosauri.
Nel disegno qui sotto ho voluto mostrare la diversità esistente tra i dinosauri piumati: in primo piano il gigantesco Therizinosaurus cheloniformis, ai suoi piedi Archaeopteryx lithographica (un nome che richiama la litografia introduttiva del blog: qui l'olismo è voluto). L'Homo sapiens serve da scala metrica. In conclusione, avere nella stessa struttura del proprio corpo il blasone diretto con gli esseri più Mesozoici immaginabili rende gli uccelli attuali il non plus ultra vivente (almeno per un ultrazionale).

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