lunedì 14 maggio 2007

Matti, Cattivi e Pericolosi da incontrare

"Il Cranley, un fantasma di un'altra epoca, non aveva alcuna pretesa di competere con la Kensington chic. Un jukebox, una slot machine e le luci tetre che illuminano un interno anonimo costituivano l'unica "atmosfera" del locale. Nei primi anni Ottanta il tavolo in ombra in fondo al pub veniva generalmente occupato da una banda di avventori abituali provenienti dal museo: la Sezione dei pesci fossili del Dipartimento di Paleontologia. A ogni pausa pranzo il capo della Sezione, Colin Patterson, e il suo collega Brian Gardiner dell'Università di Londra bevevano abbondanti quantità della migliore birra alla spina e in bottiglia. Nel corso del pranzo ordinavano pinta su pinta lasciando il tavolo ingombro di bicchieri svuotati. Erano aiutati da Peter Forey, il collega di Patterson al museo ed ex studente di Gardiner, e da una cricca di scienziati del museo, tecnici e studenti.
Tutti al museo sapevano che il Cranley era il luogo preferito della Sezione dei pesci fossili e se ne tenevano alla larga. [...] Per la comunità scientifica generale, la sezione dei pesci fossili era sinonino di cladistica. Il Cranley era "il quartier generale dei cladisti", un covo di sovversivi intenti a fomentare la rivoluzione accademica. I cladisti erano impegnati in una guerriglia contro l'establishment della biologia evoluzionistica, che vedeva il mondo [...] in termini di sequenze di antenati e discendenti dalle quali si potevano evincere le tendenze evolutive sostenute a posteriori per mezzo di scenari adattativi.
[...] Tendevano a chiudersi tra di loro e non perdevano l'occasione di deridere l'ampollosità degli altri, sfuggendo a cene in abito da sera, i banchetti dei congressi e le altre cerimonie sociali. L'establishment guardava con sospetto al loro comportamento informale. Ma ciò che irritava l'establishment più di ogni altra cosa era il fatto che i cladisti sembravano divertirsi alle spese di tutti gli altri e a nessuno piace essere oggetto di derisione. I cladisti erano Matti, Cattivi e Pericolosi da incontrare. Per uno studente impressionabile come me questa miscela era un richiamo irresistibile".
H. Gee (1999): "Deep Time. Cladistics, the Revolution in Evolution".
Non posso che provare una forte affinità ed una stimabile simpatia, per i personaggi di questo brano. La banda di sovversivi che si diverte e deridere e dissacrare tutto e tutti, che si ritrova abitualmente in un pub a sorseggiare birra, per nulla interessati alle consuetudini ed alle futili abitudini consolidate, mi è familiare. Noi non abbiamo un Cranley, bensì un Highlander, ma cambia poco. Siamo incassati in una città provincialmente chic che trabocca futili mode più effimere di un ghiacciolo all’equatore, e ci guardiamo bene dal conformarci alla norma mentale. Anche noialtri siamo una cricca di naturalisti, studenti e post-studenti, a volte qualche dottorando/dottorato. Anche noi abbiamo l’esperto di pesci fossili che è guardato con sospetto e diffidenza dai colleghi ma che è stimato da noi (ex) studenti (Mitico Cig!, che un giorno non ti si possa invitare a bere? Forse l’unico motivo che ci frena è la tua estenuante tendenza iper-logorroica e disfattista da sessantenne?).
Ma, sopratutto, il sottoscritto è uno dei Matti, Cattivi e Pericolosi da incontrare. Per quanto il termine non mi sia mai piaciuto tanto, anch’io sono un cladista (preferisco dire che mi interesso di sistematica filogenetica). La mia tesi di laurea fu uno studio cladistico (la Prima Matrice citata nel precedente post Megamatricomia), così come lo fu la tesi del Sarmatese Duplofago. L’attuale Megamatrice in gestazione è uno studio cladistico, così come lo è parte della tesi di dottorato del Sarmatese. Qui, nel fumoso golfo interrato dall’erosione di Alpi e Appennini, la cladistica e lo studio della paleontologia evolutiva sono rare, e non dubito che tutti quelli che hanno a che fare con analisi filogenetiche di fossili potrebbero occupare tranquillamente la saletta in fondo dell’Highlander Pub della Città dello Scudo Rettangolare senza stare stretti. Siamo pochi, ma sicuramente tutti tendenzialmente Matti, Cattivi e Pericolosi da incontrare. Siamo matti perché ci occupiamo di oggetti nei confronti dei quali nessun altro vorrebbe perdere tempo. Siamo cattivi perché noncuranti degli altri, del loro status ed autorità, perché ridiamo di noi e di loro e dissacriamo di gusto. Siamo pericolosi da incontrare, perché chi ha l’abitudine di frequentarci, tende col tempo a farsi scettico verso la "Verità", è costretto a mettere in crisi molte delle sue consolanti certezze, dei suoi dolci miti. Il nostro tempo non è la quotidianità, ma l’abisso sconfinato e spaventosamente frammentario del Tempo Profondo, dove non ha senso cercare cause ed effetti, supposti antenati ed imposti discendenti, ma solo caratteri condivisi e gruppi fratelli.
Ed in un gioco frattale tra l’oggi ed il passato, noi stessi siamo come taxa frammentari e sparsi nell’Abisso, abbiamo caratteri condivisi e distintivi che ci rendono un Gruppo di Fratelli.
Lo ammetto, questo post ha un che di epico e stupido al tempo stesso.
Sta bene, molto bene.

1 commento:

  1. Epico e Stupido sono sempre andati a braccetto e ritengo che siano inseparabili. Tuttavia mi ritengo un pò epico e stupido anch'io quando faccio fiere considerazioni sulle differenze tra me/noi e "gli altri".
    Quasi quasi vado ad invitare il Cig per una birra all'Ailander... Ci si farebbe grasse risate e saremmo ancor più Matti, Cattivi e Pericolosi.
    Salute! c

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